GASTRONOMIA SEMI-SERIA: STORIA DELLA COXINHA

In questo articolo voglio parlarvi della storia di uno dei protagonisti assoluti dello “street-food” brasiliano: la coxinha (tradotto in italiano: il cosciotto).

Per gli amici che ancora non hanno visitato il Brasile, una premessa è doverosa: il corrispondente brasiliano dei classici bar italiani è la – lanchonete -. In questo tipo di locali (ce ne sono migliaia in ogni città, da quelli più popolari a quelli più eleganti, ma generalmente con un’offerta di prodotti molto simile) è possibile acquistare a qualsiasi ora del giorno una vasta scelta di cibi da asporto, bibite, succhi e caffè per sfamarsi o dissetarsi rapidamente. Oltre alle – lanchonetes – sono innumerevoli anche i chioschetti di strada dove molti di questi cibi vengono offerti a prezzi estremamente economici. Nella gamma delle proposte troviamo prodotti che si ispirano ai vari Paesi di origine degli emigrati in Brasile, ma uno in particolare è immancabile e oltretutto… ha anche sangue reale: la coxinha!

Foto: Guia da Cozinha

La storia è interessante e curiosa, soprattutto perchè è inserita in un contesto che è piuttosto lontano dai fasti che si potrebbero immaginare in una famiglia reale come quella luso/brasiliana. Ci troviamo nella metà del 1800, Rio de Janeiro capitale dell’impero portoghese con l’imperatore Dom Pedro II e l’imperatrice Dona Teresa Cristina di Borbone, di origine napoletana (una curiosità: mai nella storia è accaduto, oltre che a Rio, che una città coloniale divenisse capitale dell’impero al quale la colonia apparteneva). L’imperatore Dom Pedro II e l’imperatrice Dona Teresa Cristina erano persone semplici, avverse a qualsiasi tipo di lusso, e i pasti del palazzo erano normalmente caratterizzati dalla frugalità. Si narra che i tre nipoti della coppia imperiale Dom Pedro de Alcântara, Dom Luiz e Dom Antonio, figli della Principessa Isabel, fossero appassionati per le cosce di pollo. Un giorno il primogenito Dom Pedro de Alcântara, amante del pollo fritto, era in ritardo per la merenda. Poiché il principe non era presente, i suoi fratelli minori, i principi Dom Luiz e Dom Antonio, si servirono ciascuno di una delle cosce di pollo. Quando il fratello maggiore arrivò e si accorse che le cosce che voleva non c’erano più, si mise a piangere – i bambini sono sempre bambini! – e andò a lamentarsi da sua nonna, dicendo che i suoi fratelli non avevano rispettato il suo “diritto di nascita”.

L’imperatrice Teresa Cristina ascoltò tutto e rassicurò il nipote dicendo: “Vai a giocare ancora un po’ e la nonna sistemerà tutto”. Anche le nonne sono sempre nonne! Sua Maestà trovò così una soluzione: sminuzzò un po’ di petto di pollo, fece un impasto di farina, lo mescolò con il pollo sminuzzato, lo avvolse nel pangrattato, impastò il tutto con le mani a forma di coscia, mise un osso sottile all’estremità e lo portò in padella a friggere.

In pochi minuti, la “coxinha” era nata, pronta per essere assaporata dal piccolo principe. Fu un grande successo, e Sua Altezza riuscì anche a prendere in giro i suoi fratelli, dicendo che “la coscia di pollo della nonna” era molto più gustosa. Da allora, i tre bambini imperiali, all’ora della merenda, volevano mangiare solo “la coscia di pollo fatta dalla nonna per il fratello Pedro”.

La storia della coxinha si tramandò verbalmente dalla fine dell’impero fino ai primi anni del 1900 per poi venire quasi dimenticata, ma al di là della sua origine la coxinha entrò invece nella vita e nella cultura gastronomica di tutti i brasiliani fino ai giorni nostri. Oggi le coxinhas non sono più presentate con l’osso e si sono arricchite di varianti con sapori diversi (gamberi, polpa di granchio, verdure, formaggio fuso ed altri), ma nonostante questo l’atto di nascita ufficiale continua a rimanere italiano!

(Racconto basato su un estratto del libro “Sua Maestà Imperiale Thereza Christina Maria de Borbone e Bragança – ‘La madre dei brasiliani'”, del Prof. Rogerio da Silva Tjäder).

A presto!

Marcello

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